Io per noi

Pubblicato il 31-10-2015 da Luca Balducci - ( 2280 letture )

 

Si tratta di una sfida importante per il mondo della scuola e per gli alunni, siano essi affetti dalla sindrome di spettro autistico che normodotati.
Sono sempre di più i bambini autistici che entrano nel percorso scolastico anche ad Arezzo e, spesso, le attività tradizionali di sostegno non sono sufficienti a creare opportunità di crescita negli studenti autistici, per questo l’Associazione Autismo Arezzo, ha lanciato il progetto “IO PER NOI” che si pone come obiettivo quello di creare un linguaggio comune tra sanità, scuola e famiglie in tema di disturbi dello spettro autistico attraverso la progettazione partecipata d’iniziative dei care givers, ed il confronto fra diverse esperienze a livello provinciale.
A tal fine verranno coinvolti anche educatori ed insegnanti portatori di buone prassi affinché vi sia la condivisione delle esperienze già realizzate.
Il periodo d’intervento è il secondo quadrimestre del primo anno di ciascun ciclo scolastico, questo per consentire al gruppo di appartenenza del bambino di sviluppare un autonomo percorso d’integrazione e poi, per valorizzare la fase conclusiva del progetto sfruttando la maggior conoscenza diretta del bambino-ragazzo.
Saranno se le ore da dedicare al progetto “IO PER NOI”, nel corso delle quali verranno presentati e discussi concetti e problemi legati alla disabilità senza riferimenti specifici.
L’idea è quella di fare ampio uso delle immagini e dei linguaggi cinematografici che, spesso, definiscono ed inquadrano la disabilità meglio delle parole.
Il film prescelto è “Vado a Scuola” di Pascal Pisson (2013) che racconta come 4 ragazzi, tra gli 11 e i 13 anni, in 4 angoli sperduti della terra affrontino ogni giorno ore di cammino, a rischio della loro stessa vita, pur di arrivare a scuola.
E come lo facciano sempre con il sorriso sulle labbra, consapevoli di quanto l’istruzione sia la loro grande, irripetibile possibilità. L’obiettivo è quello di mettere i giovani studenti difronte all’idea di possedere “capacità diverse”, di dover raggiungere traguardi attraverso strade alternative, di perdere per un attimo le proprie capacità per possederne delle altre.
Ad esempio verranno fatti utilizzare agli alunni strumenti o indumenti (guanti per giardinaggio) al fine di introdurre difficoltà a svolgere le attività manuali giornaliere (scrivere, mangiare, disegnare, ecc.) ed altre attività come ad esempio fare giardinaggio, bricolage, fare delle catenine o braccialetti, per poi stimolare una riflessione sulle conseguenze di ridotte capacità fine-motorie.

                                                           
Fonte arezzonotizie

 

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