Ecco così che i rapidi cambiamenti nella società e nei sistemi socio-sanitari, inducono ad una riflessione sui valori e sulla stessa natura di queste professioni.
Il contratto tra società e professioni sanitarie impegna il/la professionista al rispetto della dignità, del diritto alla riservatezza, all’autodeterminazione e all’autonomia delle persone che a lui/lei si rivolgono, mantenendo elevati standard di competenza, accoglienza, capacità di ascolto e integrità. I codici deontologici hanno da sempre sottolineato l’equità del trattamento: ogni persona deve essere trattata con la medesima attenzione e coscienza indipendentemente dall’appartenenza a qualsiasi categoria sociale. Non discriminare, tuttavia, non significa non differenziare: gli/le utenti sono diversi/e e hanno bisogni, problemi, richieste distinte. Equità, diversità e inclusività sono concetti che non si contrappongono, ma che si intersecano tra di loro.
La questione dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere e sessuale si è posta in tempi relativamente recenti nel dibattito pubblico e scientifico. Se il tema dell’omosessualità in passato è stato affrontato in medicina e in psicologia solo in termini di malattia mentale, la visione scientifica attuale considera l’orientamento sessuale un tratto che, come altri, caratterizza la pluralità delle identità e delle diversità. In questo panorama scientifico si sta affacciando da alcuni anni la delicata questione delle persone trans/transgender e intersex, che sono ancora bersagli di una medicalizzazione forzata a causa di un panorama legislativo ambiguo e insufficiente. Inoltre, anche a causa dell’invisibilità sociale, la presenza delle persone Omo/Bi/Lesbo/Trans/Interessuali negli interventi psico-socio-sanitari è (troppo) spesso imprevista.
Ecco così che l’approccio alle persone LGBTI può subire, inconsapevolmente, l’influenza degli stereotipi, infrangendo i codici deontologici e inficiando l’efficacia degli interventi stessi.
Formazione e informazione insufficienti lasciano troppo spesso spazio al proliferare di pregiudizi, stereotipi e processi di stigmatizzazione anche tra le professioni che hanno nella relazione con l’utente e nel suo benessere, il loro obiettivo finale. Diventa quindi estremamente importante promuovere la formazione e l’aggiornamento sui temi dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere e sessuale, delle differenze dell’evoluzione sessuale (DSD). Argomenti assai trascurati nei corsi di formazione degli operatori psico-socio-sanitari che propongono, ancora troppo spesso, lo sviluppo eterosessuale e l’identità di genere binaria, come l’unica possibile per l’individuo.
Da queste premesse nasce la nostra proposta di lavoro: un seminario tematico sulla presa in carico delle persone LGBTI che consideri l’intero ciclo di vita dalla nascita alla vecchiaia. Declinando le specificità di ogni fase della vita e promuovendo delle “buone prassi” che mettano la globalità el’integrità della persona al centro di ogni intervento psico-socio-sanitario.
Evento patrocinato da ANEP, gratuito rivolto a Psicologi, Psicoterapeuti, Medici di Base, Medici Specialisti, Assistenti Sociali, Infermieri Professionali, Educatori Professionali e Operatori Socio Assistenziali alla Persona.
Eventuali posti rimasti liberi saranno messi a disposizione di quanti sono interessati.
Per iscriversi clicca sul seguente link : Iscrizione
Programma dell'evento: Locandina
Ulteriori informazioni ai segueti indirizzi
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