Pubblicato il 29-12-2014 da Luca Balducci - ( 2706 letture )
“Così come in carcere c’è una compagnia teatrale, noi vorremmo che in ogni carcere ci fosse un coro e in ogni ospedale pediatrico un progetto terapeutico musicale”. A parlare è Alessandra, figlia di Claudio Abbado e presidente dell’associazione Mozart 2014, che dopo la morte del maestro – avvenuta il 20 gennaio 2014 – ha preso in mano i progetti in ambito sociale e terapeutico avviati dal padre con l’Orchestra Mozart nella convinzione che la musica fosse un elemento di riscatto nel disagio e il fondamento della convivenza civile tra le persone. Si tratta dei progettiPapageno, che anima il coro polifonico del carcere bolognese della Dozza, e Tamino, che porta la musica ai bambini ricoverati nei reparti di pediatria del Sant’Orsola e a quelli seguito dal servizio di neuropsichiatria dell’azienda Usl di Bologna. Un primo passo verso quel desiderio di portare un coro in ogni carcere è stato fatto: da novembre il progetto Papageno è sbarcato nel carcere di Bari grazie alla collaborazione con il coro del Teatro Petruzzelli. “Un risultato che ci dà speranza”, ha commentato Alessandra Abbado. Ora l’obiettivo è far sì che i due progetti si diffondano in altre strutture, in altre città. Intanto, grazie a una convenzione sottoscritta dall’associazione Mozart 2014 con il Comune di Bologna, Papageno e Tamino potranno proseguire alla Dozza, al Sant’Orsola e all’Ausl di Bologna. Per sostenerli è stata anche lanciata la campagna di raccolta fondi “Salvati. La musica salva la vita”.
Fonte ER Sociale
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