Comma 566. Conaps scrive

Pubblicato il 04-06-2015 da Luca Balducci - ( 1936 letture )

 

Il dialogo tra professioni sanitarie e medici si allontana dopo la recente posizione assunta dalla FnomCeO sulla revisione della legge e l’introduzione del concetto di “leadership medica”. E con il dialogo si allontana una possibile mediazione sull’ormai famoso “comma 566” della legge di stabilità 2015 che ha normato la possibilità di crescita professionale delle professioni, più volte chiesta da queste (che rappresentano infermieri, ostetriche, tecnici di radiologia medica, riabilitatori, tecnici sanitari e della prevenzione e così via per un totale di circa 500mila dipendenti del Servizio sanitario e di quasi 600mila professionisti della sanità), ma finora rimasta lettera morta. Le Federazioni degli infermieri, delle ostetriche, dei tecnici di radiologia e il Conaps, il Coordinamento nazionale delle professioni sanitarie che non hanno ancora l’albo professionale, chiedono con fermezza a questo punto che la legge sia applicata, senza modifiche o ulteriori attese. E lo fanno con tre lettere inviate alla presidente della FnomCeO Roberta Chersevani, al ministro della Salute Beatrice Lorenzin e a tutti i sindacati di categoria, in cui si respinge ogni tentativo di bypassare o modificare la norma appena entrata in vigore. Nella lettera alla Chersevani le professioni sottolineano che i media di settore hanno riportato la posizione assunta dalla presidente nell'ultimo Consiglio Nazionale, con cui, secondo anche la maggioranza dei componenti il Consiglio nazionale, sul comma 566 si richiede una legge che imponga una “leadership funzionale” del medico nell'équipe multiprofessionale. “Non possiamo che prendere atto della posizione da Lei assunta e constatare che proseguendo in tale direzione si confermerà la preclusione ad ogni confronto sulla possibile rimodulazione delle relazioni professionali tra i medici e le professioni sanitarie”, scrivono le professioni. Al ministro Lorenzin invece, Ipasvi, Tecnici di radiologia, Ostetriche e Conaps, chiedono “con fermezza di portare in conferenza Stato Regioni” i provvedimenti richiesti dalla stessa Commissione Salute delle Regioni già a gennaio 2015 “per iniziare a dare corso a quanto previsto nella legge 190/14 comma 566, articolo 1”, nel qual caso “non vi sarà alcuna necessità di azioni da parte delle professioni rappresentate a difesa dell'applicazione di una legge dello Stato”. 

Fonte QS

 

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