Essere disabili in Sicilia

Pubblicato il 21-07-2015 da Luca Balducci - ( 2362 letture )

 

Dopo anni di iniziative, mobilitazioni e richieste inevase di incontri, l’ANFFAS Sicilia non può fare altro che prendere atto che «le voci e le istanze delle persone con disabilità e delle loro famiglie non vengono ascoltate!». Per questo, ponendo una serie di precise richieste alle Istituzioni Regionali, proclama «lo stato di agitazione di tutto il comparto della disabilità in Sicilia», preannunciando per il 30 luglio una prima manifestazione di protesta.  "Nascere disabili al Sud, e soprattutto in Sicilia, significa nascere disabili due volte e questo non è più tollerabile! L’emarginazione, la segregazione, la mancanza di pari opportunità sono gli elementi che ancora caratterizzano in negativo la qualità di vita delle persone con disabilità e dei loro genitori e familiari in Sicilia". Sono queste le parole con cui si è espressa l'ANNFAS Sicilia promuovendo la manifestazione di protesta. "Dove vanno a finire – si chiedono poi dall’ANFFAS – i soldi spesi in Sicilia per le persone con disabilità e per i loro genitori e familiari? Come è stata gestita l’erogazione del Buono Socio Sanitario – istituito con la Legge Regionale 10/03, visto che nella quasi totalità del territorio isolano gli Enti Locali, nonostante le pressanti richieste dei cittadini aventi diritto, stentano ad erogare tale misura economica? Quanti e quali sono stati i Comuni Siciliani che, incapaci di erogare il Buono, hanno dovuto restituire i finanziamenti ricevuti alla Regione? Per quale motivo le richieste di predisposizione dei progetti individuali per le persone con disabilità, ai sensi dell’articolo 14 della Legge 328/00, nella maggioranza dei casi restano inevase, nonostante le copiose pronunce dei Tribunali che condanno le Amministrazioni Locali a ottemperare alla stesura del progetto individuale stesso? E infine, quali sono le modalità di attuazione degli interventi afferenti le risorse finanziarie del Fondo per le Non Autosufficienze, che da un lato danno un flebile ristoro attraverso i piani assistenziali individuali per le persone con disabilità gravissime, mentre dall’altro, però, nulla si sa per le persone con grave disabilità che invece aspettano ancora l’esito dei loro piani assistenziali a valere sul Fondo citato?". A ciò la stessa Associazione aggiunge che anche dal punto di vista scolastico "la carenza di adeguati Piani Educativi Individualizzati (PEI), l’insufficiente o tardiva assegnazione di insegnanti di sostegno specializzati, la mancanza o l’insufficienza dei servizi di trasporto scolastico, dell’assistenza specialistica all’autonomia e alla comunicazione e dell’assistenza igienico personale" sta causando disagi. Un quadro, quello tratteggiato dall'ANNFAS, a tinte fosche che ci si augura, come Associazione, possa trovare soluzione.

                                                                                                 

 

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