Sentenza Tar Lombardia. Commenti in rete

Pubblicato il 17-05-2015 da Luca Balducci - ( 2134 letture )

 

La recente sentenza del Tar della Lombardia (vedi news Anep del 08-04-2015) ha suscitato, nel mondo degli educatori e dei servizi, vari commenti, perlplessità. Interessante l'articolo comparso recentemente a firma di Marco Zanisi su Lombardia sociale. Colpisce la conclusione dell'articolo che chiede di rivedere il percorso formativo degli educatori professionali "...sgombrando il terreno dalle differenti appartenenze e dalle supposte dominanze accademiche, mettendo davvero al centro del dibattito la persona con disabilità e i suoi diritti..." poichè vede Anep su posizioni simili come si evince dal suo percorso storico e dal sostenere, da sempre la posizione che segue (ripreso da un articolo Anep)

"Anep evidenzia che non esiste alcuna differenza operativa e metodologica fra gli educatori professionali che lavorano in un servizio sociale o in un servizio socio sanitario o nel penitenziario, mentre la mancanza di una definizione giuridica della figura dell’educatore professionale come professione unica e con un unico percorso formativo ha generato storture nella gestione dei servizi, è confusiva per il cittadino che usufruisce dei nostri interventi, danneggia i lavoratori nell’ambito dell’esercizio della professione.

 
Anep ritiene, quindi, che per la figura dell’Educatore Professionale debba completarsi il riconoscimento giuridico previsto dalle normative vigenti e che debba essere prevista una formazione di base (univoca ed omogenea) di tipo universitario attraverso un unico percorso formativo.
 
Attualmente solo il Ministero della Sanità ha provveduto a riconoscere la figura dell’Educatore Professionale, prima attraverso il DM 10/2/84, attualmente attraverso il DM 520/98, mentre si è in attesa che medesimo riconoscimento avvenga in ambito sociale (LN 328/00) e socio-sanitario (Dlgs 229/99).
 
ANEP si riconosce nel profilo Ministeriale 520 che individua  l'educatore professionale come operatore sociale e sanitario e sancisce che la fomazione sia svolta in  collaborazione tra più università.
 

Attualmente c'è  necessità di garantire percorsi formativi certi per accedere alla professione per dare certezze agli studenti ma anche ai servizi che utilizzano gli educatori professionali in Italia.

Il doppio canale formativo di SNT2 e L19 purtroppo non danno tali certezze anzi incrementano confusione anche tra i principali protagonisti dell'intervento educativo: le persone fragili i cui diritti non dovrebbero mai essere messi in discussione.

Per superare il doppio canale formativo universitario è necessario rivedere i decreti ministeriali sugli ordinamenti didattici  prevedendo una collaborazione  di interdipartimento  e rispondendo così a quanto previsto dal decreto di individuazione del profilo (vedi art.3 del DM 520/98)".

 

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