Comma 566. Nuova presa di posizione

Pubblicato il 25-06-2015 da Luca Balducci - ( 1875 letture )

 

“Dopo anni di intenso confronto con Governo e Regioni, con la sua consacrazione a rango normativo ritenuta necessaria proprio dall’Esecutivo e sancita dal comma n. 566 dell’art. 1 della legge di stabilità, l’implementazione delle competenze delle professioni sanitarie deve passare alla sua fase attuativa.”
 Lo dicono in un comunicato unitario diffuso oggi Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, insieme ai Collegi degli infermieri, delle ostetriche e dei Tsrm e al Conaps, chiudendo “il campo a qualsiasi ripensamento e/o nuovo intervento normativo in materia”. “Una eventuale modifica al comma 566 - hanno infatti sottolineato i rappresentanti delle organizzazioni -  comporterebbe la riapertura del dibattito, non solo sulla formulazione della norma, ma sull’intero impianto e ciò sarebbe incompatibile con i tempi di realizzazione degli obiettivi sanciti dal Patto per la Salute 2014-2016”. Secondo le organizzazioni, “le professioni sanitarie e il Servizio sanitario nazionale non hanno bisogno di altre leggi, ma dei nuovi assetti organizzativi che la norma sull’implementazione delle competenze consentirà, con vantaggi sia sotto il profilo dello sviluppo professionale, di cui certamente beneficeranno tutte le professioni mediche e sanitarie, sia sotto quello delle prestazioni che, nonostante il graduale ridimensionamento delle risorse, potranno continuare ad essere erogate grazie a nuovi mix produttivi. Sarà infatti possibile estendere all’intero territorio nazionale importanti sperimentazioni gestionali avvenute attraverso l'applicazione di modelli di appropriatezza ed eccellenza organizzativa”.
 “In molte regioni – prosegue ancora il comunicato - l’approvazione degli Accordi giungerà con ritardo tale da rappresentare per esse solo una mera ratifica di percorsi già autonomamente avviati in via sperimentale. E’ per questo che, ritenendo il quadro normativo già efficace, siamo contrari all’apertura di una nuova discussione che allontanerebbe ancora una volta il traguardo”.
 “Basta con l’ingegneria normativa – concludono sindacati, collegi e associazioni - ora tocca a quella organizzativa e di valorizzazione dei professionisti medici e sanitari per offrire risposte appropriate e qualificate ai cittadini nelle diverse fasi del bisogno di salute, ora tocca al Ministro della salute e alle regioni passare dalle norme scritte alla loro applicazione”.

 

 

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