Ohi maria!
Pubblicato il 15-01-2016 da Luca Balducci - ( 2011 letture )
“Qui non c’è nessuna azione di depenalizzazione della cannabis ad uso generale. Il tema non è oggetto del programma di governo e come Ministro, come ho già detto più volte, sono contraria. Il tema che si è affrontato invece oggi in Cdm è stato quello della depenalizzazione di alcune procedure prescrittive, che sono atti dovuti, per le strutture che sono autorizzate alla coltivazione della cannabis ad uso terapeutico”. È quanto ha dichiarato il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
“Noi abbiamo già autorizzato la produzione di cannabis a fini terapeutici lo scorso anno - ha ricordato - . Le strutture autorizzate sono pochissime, hanno natura pubblica e sono severamente controllate. Ora la questione era. Se a fronte di una violazione di una prescrizione si andava sul penale o sul civile. Ovviamente essendo queste prescrizioni elementi fondanti dell’autorizzazione se si riscontra una violazione della prescrizione c’è prima un’ammenda amministrativa molto forte. Se non viene ripristinato immediatamente lo stato prescritto dall’autorizzazione essa viene invece revocata.
E' dovuta intervenire così, sollecitata dai giornalisti, il ministro della Salute per chiarire gli equivoci sorti dopo l'approvazione odierna del decreto legislativo del Governo che prevede "Disposizioni in materia di depenalizzazione a norma dell’articolo 2, comma 2, della legge 28 aprile 2014, n. 67".
Il decreto trasforma alcuni reati in illeciti amministrativi, anche al fine - si legge in una nota del ministro della Giustizia Andrea Orlando che ha presentato il provvedimento - "deflazionare il sistema penale, sostanziale e processuale e per rendere più effettiva la sanzione".
Via il carcere, resta la sanzione da 5.000 a 30.000 euro. Per quanto riguarda in particolare la produzione di cannabis, il decreto approvato oggi interviene a modifica dell'articolo 28, comma 2, del Dpr 309/1990, che prevedeva l'arresto fino a un anno di carcere per chi non osserva le prescrizioni e le garanzie cui l'autorizzazione del Ministero della Salute è subordinata. Questa pena viene meno e al suo posto resta invece una sanzione amministrativa pecuniaria che può variare dai 5 ai 30mila euro.
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