Fotografare la disabilità

Pubblicato il 22-01-2016 da Luca Balducci - ( 1996 letture )

 

La mostra QuindiciPercento con le fotografie di Christian Tasso nasce da un progetto con un forte risvolto di solidarietà e tutto parte dall’incontro del fotografo con la famiglia di Gherardo e Titti Barbini. Da qui la decisione di unire obiettivi, espressione della volontà di portare speranza e conforto a chi lotta per la normalità. L’esposizione, in collaborazione con AL MaUST (Associazione Lombarda per la Malattia da Ustione-Onlus,) inaugura il 21 gennaio da Sabrina Raffaghello Arte Contemporanea in via Gorani 7 a Milano e resterà allestita fino al 13 febbraio 2016. Il ricavato della vendita delle opere fotografiche e dei libri durante la vernice del 20 gennaio 2016 (serata ad inviti) sarà interamente devoluto alla Onlus, fondata dal Dottor Vincenzo Rapisarda – Direttore della Struttura Complessa Chirurgia Plastica e Centro per grandi ustionati dell’Ospedale Niguarda di Milano. Secondo le stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, le persone che vivono con disabilità sono più di un miliardo e rappresentano il 15% della popolazione mondiale. E la maggior parte di queste, circa l’80%, vive in paesi in via di sviluppo.

QuindiciPercento, il progetto del fotografChristian Tasso, 29 anni marchigiano, è incentrato sulla disabilità nel mondo. Il lavoro, iniziato nel 2015, continuerà nell’arco dei prossimi anni. L’intento dell’autore è quello di raccontare la vita di persone affette da disabilità, tessendo una rete di storie globali. Christian Tasso racconta storie di persone e delle comunità nelle quali vivono, con l’intento di mostrare come le varie comunità leggano e si rapportino con la disabilità. Il centro delle sue storie è la resilienza, la reazione che ogni essere umano attua per raggiungere una condizione di normalità. La prima parte del progetto, realizzata in Ecuador, Romania e Nepal, è attualmente presentata in un libro a tiratura limitata e in una mostra itinerante, volti a creare un dibattito e una sensibilizzazione nell’opinione pubblica sui diritti delle persone disabili in differenti contesti sociali e culturali. In mostra alla galleria di Sabrina Raffaghello sono 55 opere fotografiche di vari formati. Qual è stato il tuo metodo di racconto fotografico per questo lavoro così delicato e difficile? In un precedente lavoro nel Saharawi ero molto legato a raccontare il dolore, per denunciare questa condizione. Qui l’approccio è diverso e non si basa sullo stereotipo “tu sei sofferente e quindi tutto questo deve trasparire oppure sei estremamente sorridente e tutto quanto va bene ”. Ho cercato invece di narrare la storia e le persone così come sono. Ho cercato l’intimità e la normalità in quella che il mondo considera anormalità. La loro quotidianità. Ci sono già nuove tappe per questa mostra? Intanto tre immagini di questa esposizione andranno a fine mese a Brescia in una mostra pubblica sul tema della Perseveranza. E comunque questo è solo un punto di partenza. E ora come procede questo progetto? Voglio andare in altri sei paesi e sto ancora studiando cercando di approfondire il tema. Sono in contatto con associazioni internazionali che seguono questi problemi. E comunque vorrei lavorare seguendo le rotte dei migranti per vedere se ci sono dei disabili che migrano, ma tutto è ancora in divenire. 

                                                     

Fonte artslife

 

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