Io sono...una Educatrice e un Educatore Professionale

Pubblicato il 24-04-2017 da Comunicazione ANEP - ( 4878 letture )

 

 

Io sono...

una Educatrice e un Educatore Professionale


 

Giovedì 20 aprile è stata una mattinata importante come lo è sempre quando ANEP incontra gli studenti e il mondo della formazione universitaria.

 

Ospiti della Cooperativa Barbieri di Firenze, Anep Toscana ha svolto questo incontro con gli studenti e docenti di SDE dell'Università di Firenze, con la quale da anni, grazie alla collaborazione del Prof. Andrea Mannucci (ex Preside del CDL) e Giuseppe Petrini (attualmente riveste la carica di Garante Nazionale di Anep), si è riusciti a svolgere un lavoro di informazione e formazione professionale.

L'incontro è stato aperto a tutti, la partecipazione è stata buona, così come il dibattito. Lo scopo è stato quello, come da anni è sempre stato fatto, di discutere e informarsi sui temi delle prospettive sia formative che lavorative della Professione dell'EP. Quali scenari ci sono stati fino ad ora, quali prospettive, quali i bisogni di chi si forma. Proprio per questo ultimo scenario Anep ha portato l'intervento e la presentazione di Giovanni Daffra (consigliere regionale di Anep Toscana e referente delle attività formative di Anep Toscana) di tutti i laboratori che si sono svoltei durante l'anno dal titolo "Ricomincio dalla tesi", tutti incontri tematici rivolti ed aperti a soci, non soci e studenti e che avranno un seguito anche nel prossimo autunno. Ilaria Lotti (Consigliere Nazionale Anep e Referente Centro Studi Anep) ha presentato la situazione degli scenari professionali che sono attualmente vigenti sia sulla formazione universitaria che in materia di legislazione e quali scenari si stanno aprendo sul futuro della professione presentando i quadri normativi che sono in divenire in merito all'EP, ossia la normativa sul bando delle equivalenze e la proposta di Legge 2443 Iori - Binetti.

A fianco di Anep si sono avvicendati gli interventi del Prof. Andrea Mannucci, ex Preside del CdL e docente di Pedagogia di Comunità, e della Prof.essa Silvia Guetta ex Preside del CdL e docente di Pedagogia Sociale e Interculturale che hanno presentato il quadro, non molto incoraggiante, del futuro formativo dell'Università e del Cdl Scienze dell'Educazione e della Formazione che dal prossimo anno dovrebbe vedere accorpate le tre aree di insegnamento nel piano di studi e che sta assumendo connotati sempre meno professionalizzanti, si parla di 900 iscritti l'anno che non potranno essere oggettivamente assorbiti dal mondo del lavoro e di un forte disagio vissuto dagli studenti ma anche dagli stessi docenti.

Il disagio e lo smarrimento degli studenti è però in parte ammortizzato dalla grande passione per questo lavoro che ci è arrivata da loro, dalle loro parole e dalla voglia di capire come fare e cosa fare per continuare a formarsi nonostante l'Università e gli scenari legislativi che, con grande delusione, tutto fanno tranne che tenere conto dell'importanza della formazione di chi andrà a lavorare in settori di intervento che riguardano ampie fasce di popolazione e quindi persone che vivono sempre più in situazioni di disagio, marginalità e problematiche di salute gravi. Tutto l'incontro è stato condotto e coordinato da Giuseppe Petrini, che da anni promuove e presiede per Anep questi incontri e che dal 2014 è un docente a contratto dell’UNIFI dove svolge attività laboratoriali sulla metodologia del lavoro portando dentro SDE finalmente la professione e colleghi EP a trasmettere il sapere professionale!

A conclusione di questo resoconto vogliamo riportare l’intervento che un giovane studente di SDE UNIFI ha fatto durante il convegno di Bologna a Maggio '16 , davanti all’On. P. Binetti i rappresentanti Sindacali, i rappresentanti del mondo accademico e tantissimi Educatori.

 

Crediamo così di dare ancora più voce all’anello più debole del mondo degli Educatori Professionali, gli studenti.

 

Mi chiamo Enrico Marangio, sono uno studente del corso di laurea di Scienze dell'Educazione Sociale presso l'Università degli Studi di Firenze. Scrivo per riportare la mia testimonianza riguardo alla confusa situazione che concerne il contesto presente e futuro della nostra professione, l'Educatore Professionale.

 

 

Attualmente vi sono due corsi di laurea che formano due profili differenti per la medesima professione: Scienze dell’Educazione Sociale (L-19) presso la Scuola degli Studi Umanistici e della Formazione, che prepara allo svolgimento della professione di Educatore Sociale, e Educazione Professionale (L/SNT2) presso la Scuola di Scienze della Salute Umana, che invece prepara allo svolgimento della professione di Educatore Professionale Sanitario.

 

 

Facendo riferimento ai programmi e alle opportunità messe a disposizione delle relative lauree triennali possiamo evidenziare delle disparità tra i due percorsi di formazione.

 

 

Analizzerò i punti che pongono maggiore differenza tra i due percorsi iniziando dai metodi di accesso , ponendo poi l’attenzione sulle squilibrate possibilità formative e terminando con le impari opportunità nel mondo del lavoro.

 

 

Al corso L-19 si accede semplicemente tramite un test di autovalutazione obbligatorio non selettivo che implica sia sovraffollamento sia l’accesso di studenti non direttamente proiettati verso la professione di EP, fattore che non può che abbassare la qualità della partecipazione attiva durante lo svolgimento degli insegnamenti.

 

 

Il corso L/SNT2, invece, è ad accesso programmato, fattore che apporta innumerevoli vantaggi alla qualità dell’insegnamento. Ad esempio la selezione di persone realmente interessate al percorso formativo intrapreso; oppure un rapporto più diretto con i docenti, che a mio avviso è fondamentale per una buona trasmissione delle conoscenze e delle competenze in considerazione del ruolo socialmente attivo dell’EP, futura professione degli studenti. 

 

 

Analizzando poi i diversi curricula è evidente da una parte (L/SNT2) una formazione specifica composta da insegnamenti caratterizzanti e arricchita da laboratori, possibilità extracurriculari e di continuazione del percorso di studi attraverso la specializzazione nel profilo di EP; dall’altra (L-19) un percorso prettamente teorico carente sotto il punto di vista laboratoriale e pratico che preclude una specializzazione come EP sotto il punto di vista umanistico-sociale. La disparità è evidenziata ancor di più dai rispettivi monte ore destinati alle attività di tirocinio: 1500 divise in tre anni per L/SNT2 e 360 unicamente al secondo anno del percorso L-19.

Addentrandoci nelle prospettive lavorative riservate ai due corsi di Laurea appare evidente l’asimmetricità dei due profili, dall’accesso ai bandi di concorso all’equivalenza del titolo di studio.

 

 

I laureati in Educazione Professionale (L/SNT2) hanno maggiori possibilità nel mondo del lavoro dato che è concessa loro la possibilità di partecipare ai bandi di concorso sia pubblici che privati, sia come Educatore Professionale Sanitario sia come Educatore Sociale; possibilità preclusa ai laureati in Scienze dell’Educazione Sociale (L-19) in quanto hanno la sola possibilità di partecipare ai bandi di concorso privati e unicamente per la figura di Educatore Sociale.

 

 

Concludendo, dopo aver messo in luce le differenze tra i due modelli formativi, credo di poter affermare che le disparità emerse creino un divario evidente tra due corsi che idealmente dovrebbero preparare allo svolgimento della medesima professione. Penso che un’eventuale soluzione possa essere la creazione di un unico corso di laurea che lavori con entrambi i settori disciplinari e che si avvalga dei punti di forza degli attuali corsi, quali la formazione teorica e la formazione pratica, e che ne superi i limiti.

 

 

Dato che ciò non è applicabile al contesto odierno una soluzione più realistica potrebbe essere quella di porre sullo stesso livello i due corsi di Laurea L/SNT2 e L-19, fornendo sia le stesse possibilità formative, equiparando i monte ore relativi al tirocinio, le possibilità laboratoriali ed extracurriculari e le procedure di accesso, sia le stesse possibilità professionali, aprendo alla classe L-19 l’accesso ai bandi pubblici e definendo in maniera precisa i rispettivi ambiti lavorativi nel rispetto dei percorsi formativi.”


 

ANEP TOSCANA
 

 

 

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