Psichiatria. Grillo: “Lavorare insieme su prevenzione, residenzialità, farmaci e integrazione”

Pubblicato il 15-10-2018 da Comunicazione ANEP - ( 3686 letture )

 

Articolo tratto da Quotidiano Sanità.

“Conosco la grande storia della SIP (lunga ben 145 anni), riconosco il ruolo di protagonista nel Servizio sanitario nazionale e apprezzo la capacità e la volontà degli psichiatri italiani di mettere sempre al centro del proprio impegno la salute dei malati”. Esordisce così il Ministro della Salute, Giulia Grillo nel suo video messaggio inviato al 48° Congresso nazionale della Società Italiana Psichiatria (SIP) in corso a Torino.
 
“Siamo anche nella settimana del 10 ottobre – ricorda -, che per l’OMS è giornata mondiale della salute mentale (voglio ricordarlo perché è molto importante, quest’anno la giornata è dedicata alle sempre maggiori problematiche legate a giovani e adolescenti), e siamo anche nell’anno del 40° anniversario della legge 180 Basaglia. Una riforma che è stata una rivoluzione culturale con una portata incredibile che, al netto poi della concreta applicazione, ha comunque segnato la storia sociale del nostro Paese: una battaglia di civiltà, perché i manicomi purtroppo non curavano le persone, ma erano luoghi di esclusione sociale. E lo dico proprio oggi appena uscita dal Museo della Mente nell’ex manicomio di Roma. Una realtà enorme, grandissima che è diventata un luogo simbolo del superamento del sistema manicomiale”.
 
“Entrando nel merito della situazione – afferma il Ministro - che abbiamo trovato al ministero, il Piano d’azione sulla salute mentale del 2013 rischia di essere quindi l’ennesima scatola vuota a causa delle storiche criticità del nostro sistema: su cui ovviamente, come sapete, sto cercando di lavorare, tra mancanza di risorse, differenze regionali, difficoltà nell’inserimento lavorativo e sociale per i malati, mancanza di progettualità. In più negli ultimi anni si sono aggiunti nuovi problemi relativi alla gestione di nuove malattie: l’aumento dei disturbi legati al comportamento alimentare, la corretta gestione delle problematiche dell’autismo, anche all’esplosione delle demenze e delle malattie neurodegenerative, le nuove dipendenze, la crescita dei disturbi post traumatici dovuti alla crisi economica e quelli dovuti al fenomeno migratorio”.
 
“Sono consapevole – precisa Grillo - che per risolvere i problemi non bastino siano sufficienti gli atti di indirizzo, importanti ma non sufficienti. E penso ad un percorso comune, un percorso di grande collaborazione con voi. Dobbiamo lavorare insieme su prevenzione, residenzialità, farmaci e integrazione. La prevenzione è un tema che mi sta molto a cuore, e che sembra essere quasi tabù, non se ne parla mai. In realtà, Si tratta semplicemente di portare all’interno del Piano Nazionale di prevenzione l’obiettivo prioritario della promozione della salute, per quanto riguarda quello che possiamo fare noi come ministero ho chiesto ai miei uffici di inserire obiettivi di comunicazione anche sulle tematiche legate alla psichiatria. Anche L’uso della residenzialità psichiatrica sappiamo che va modificata consuma oltre un miliardo di spesa, ma riguarda una minoranza dei pazienti e va ripensata con modelli più efficienti in tutto il Paese il che non vuol dire risparmio ma appunto miglioramento della spesa. E reinvestire nella prevenzione, cura e integrazione dei pazienti e delle loro famiglie. La spesa per i farmaci è anche in questo ambito in forte crescita. E qui vi rivolgo una domanda/provocazione: siamo sicuri che i farmaci antidepressivi siano l’unica risposta che abbiamo per curare?”.
 
“L’integrazione dei servizi di salute mentale – sottolinea il Ministro - con il resto del sistema sanità e dei servizi sociali, perché la cura non è solo sanitaria, il Piano della Cronicità deve mettere maggiore attenzione sul tema della salute mentale. Per questo credo che il ministro della Salute ovviamente debba fare la sua parte, e vi assicuro che ce la faremo, ma non basta se nel contempo non coinvolgeremo in modo attivo tutta la nostra comunità. Perché la salute è un tema trasversale che riguarda tutti gli aspetti della società. La salute mentale sarà il principale problema del nostro futuro prossimo, e tutti gli studi dell’OMS ce lo dimostrano, e non può essere lasciata alla sola responsabilità dei servizi psichiatrici e dei loro operatori.  I ricoveri, i farmaci e le psicoterapie non bastano per riscattare le differenze e ottenere quell’integrazione sociale senza la quale non esiste una vera guarigione”.
 
“Serve – conclude - un grande cambiamento culturale dentro di noi per accettare la malattia mentale, un cambiamento che deve partire da noi stessi e che valorizzi la neurodiversità che ci rende unici. Com’è ben spiegato e documentato in questo museo. La follia non ci deve far paura, non dobbiamo allontanarla né tantomeno isolarla, in quanto potremmo essere noi stessi i “pazzi”. Perché, ricordando Basaglia, ‘Da vicino nessuno è normale’”.


 

 

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